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Vaginiti da Clamidia

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L'infezione da Chlamydia trachomatis

E' il batterio più comune nelle Malattie a Trasmissione Sessuale (MTS). Le conseguenze di questa infezione nella donna sono rappresentate da uretriti, cerviciti e
malattia infiammatoria pelvica o PID; es salpingite, endometrite). La PID è una causa rilevante di sterilità, di gravidanza ectopica e di dolore pelvico cronico. Nell'uomo può provocare uretrite ed epididimite.

Circa il 25% degli uomini ed il 70% delle donne infette sono asintomatiche (il rischio di sterilità e gravidanza ectopica è presente anche nelle donne che non sviluppano una PID).

Chi ne risulta maggiormente colpito?
L'età rappresenta il più importante fattore demografico predittivo. La maggior parte delle infezioni sono presenti in donne e uomini sotto i 25 anni. La maggior prevalenza di infezione è tra i 15 ed i 19 anni (l'alta prevalenza nelle giovani è probabilmente la conseguenza sia di problemi comportamentali che fisiologici come la maggiore esposizione dell'epitelio colonnare).
Altri importanti fattori di rischio sono rappresentati da: storia precedente di malattie a trasmissione sessuale, partner multipli, partner infetto, ectopia cervicale (perdite mucopurulente, eritema cervicale e friabilità cervicale), donna non sposata in gravidanza. Negli esami di routine si riscontra più facilmente la Chlamydia nelle donne con infezioni vaginali o cervicali.

La prevalenza nelle
donne in gravidanza è ampiamente variabile a seconda della posizione geografica e degli altri fattori di rischio. L'infezione in gravidanza aumenta il rischio di endometrite (sia dopo parto che dopo aborto). Il microorganismo viene trasmesso al feto in oltre la metà dei parti. L'infezione neonatale può essere responsabile di oftalmia neonatale e di polmonite.

Come si fa diagnosi?
Il test più specifico è rappresentato dall' esame colturale. Le colture uretrali ed endocervicali hanno una sensibilità del 70-90% ed una specificità del 100%. Purtroppo la coltura è anche costosa, richiede una buona manualità e dai 3 ai 7 giorni per il risultato.

Vi sono anche dei test più veloci (EIA, PCR ecc) La soglia di positività del test di screening varia con la prevalenza dell'infezione nella popolazione in esame: assumendo mediamente una sensibilità del 80% ed una specificità del 98% il valore predittivo positivo del test varierà dall'82% quando la prevalenza dell'infezione è alta (10%) a solo il 45% quando la prevalenza è bassa (2%). Se la donna è a basso rischio è pertanto sempre necessario confermare con una coltura l'eventuale positività del test. (pertanto alcuni studi consigliano di sottoporre nelle popolazioni a bassa prevalenza di malattia solo pazienti a rischio).

Come si cura?
I benefici di una terapia antibiotica in donne gravide asintomatiche sono stati documentati in molti studi. Le donne infette che ricevono eritromicina hanno una più bassa incidenza di parto prematuro, di rottura delle membrane e di basso peso fetale se confrontate con donne infette non trattate.
Il trattamento delle donne asintomatiche non gravide potrebbe ridurre l'incidenza di sequele (sterilità e gravidanza ectopica) ma questo è da confermare. I benefici di un trattamento sono però limitati dall'alta percentuale di
re-infezioni o di fallimento della terapia (in alcuni studi il 26-39% delle donne trattate erano nuovamente positive ad un controllo effettuato 2-5 anni dopo). La recidiva potrebbe anche essere dovuta al mancato trattamento di un partner infetto.

Circa il 20-50% di tutti i
neonati da madri infette sviluppano una congiuntivite e non è dimostrato che un trattamento universale (tetracicline, eritrocina o nitrato d'argento) a tutti i nenoati con antibiotici topici riduca l'incidenza di questa infezione. Il fallimento della profilassi oculare per Chlamydia è stimato intorno il 7-19% e l'oftalmia (diversamente da quella gonococcica) è raramente associata a serie complicazioni oculari

Molti organismi americani (ACOG e CDC) raccomandano lo screening per Chlamydia a tutte le adolescenti sotto i 20 anni ed a quelle con fattori di rischio. In questi casi, se la donna è in gravidanza raccomandano lo screening nel I e nel III trimestre. La profilassi antibiotica neonatale è raccomandata di routine più per prevenire le sequele da infezione gonococcica che da chlamydia.

Dove la prevalenza dell'infezione è bassa (< 5%) lo
screening limitato solo alle pazienti con più di un fattore di rischio può essere sufficiente.
Nelle comunità con alta prevalenza di malattia, poiché la storia sessuale nella donna giovane non è un dato facilmente ottenibile, è utile senz'altro eseguire uno screening ed un trattamento in tutte le donne a rischio.
Attualmente non vi è evidenza per raccomandare a tutte le donne in gravidanza lo screening per Chlamydia


versione aggiornata al 12-06-16 | studiomedico@alessandrofeo.it

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